lunedì 28 aprile 2014

Human Effigies n°2


                                                                Oil on canvas 
                                                                    60 x 80
                                                                      2014

Non ci è dato sapere. Ciò che sta per succedere, sarà eternamente in procinto di farlo. È questo l’attimo interminabile che congela il dipinto.
   La sua violenza, a differenza di quanto potrebbe sembrare a primissimo impatto e di impatto si parla a ragione , non è nella tecnica, nel soggetto in sé o nei colori, ma nel lasciare solo scelte nella mente di chi vede. 
   Il mistero è quel che fa pulsare la sua opera di vita propria. La fedeltà a esso, l’esigenza di scavalcare il tempo.
   A partire dall’«inquadratura» non si può che supporre se l’umanoide sia al centro di un cerchio, o il primo di una fila; se stia per indossare una maschera, un elmo, o una testa e se effettivamente poi lo farà. Ma se invece non la stesse affatto indossando, se la stesse sollevando di peso per mostrala come un trofeo?
   Egli è un guerriero, un incubo sotterraneo o l’ombra interiore di un impiegato qualsiasi, che veste le fattezze umane per gettarsi nella monotona tempesta della vita? 
   Egli è forse tutto questo. È la marionetta nel traffico che aspetta nervosa il farsi verde del semaforo, è un ladro di teste, l’adepto di una setta, e l’ombra fangosa e contorta della psiche umana.
   Quello che intravediamo è ciò che ci manca. Ma per quanto ci si sforzi di osservare ogni minimo dettaglio, lo sguardo sprofonda inevitabilmente nel cono di luce, in quel punto dove dovrebbe esserci un cranio.
   È un collo decapitato, un volto da nascondere, oppure la testa liscia di un manichino? No, non ci è dato sapere: solo vedere. 
   È ora che per la prima volta ci si domanda non cosa sia il soggetto, ma cosa ci sia oltre di esso, al di là di quel buco. Forse è lì, nel nondipintooltreildipinto, il cuore nodoso di questo quadro.
   È così, che ci troviamo a capire quasi per caso, che un eccesso di luce è più prossimo al buio di qualsiasi ombra.

   Le domande si auto-generano fino a chiudere l’ultimo anello della spirale. Qual è il suo segreto?

                                                                                                                                 
                                                    Dario Talarico 

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